mercoledì 28 ottobre 2009

L'unità della sinistra e dell'opposizione oggi

Bersani è stato eletto segretario del PD e arrivano le prime, inevitabili conseguenze. Rutelli lascia il partito e forse si porta dietro qualcuno. Si torna a discute se aprire all'UDC piuttosto che tornare a dialogare con la sinistra, se cercare di acchiappare tutti oppure continuare sulla linea Veltroni (la barzelletta della vocazione maggioritaria). E si, perché anche il grande sconfitto è tornato a parlare, per mettere in guardia il nuovo segretario dal pericolo del ritorno a posizioni vicine al socialismo europeo: molto meglio indulgiare nell'inconsistenza di un progetto maggioritario suicida e lesionista per tutta l'opposizione!
Di contro, nello spazio lasciato a sinistra dall'avvento del PD, nascono numerose e speranzose federazioni e coalizioni di future formazioni di sinistra, pronte finalmente a superare le divisioni del passato. Così, troviamo Diliberto e Ferrero finalmente daccordo nel cambiare il nome della loro "Lista di rifondazione del comunismo e dei comunisti italiani con i consumatori uniti per la sinitra europa e italiana e la terza internazionale e il progressismo del socialismo 2000": con uno sforzo di sintesi senza precedenti sono arrivati a suggellare la nascità di una "federazione della sinistra di alternativa". Naturalmente questa sintesi ha comportato delle dolorose scissioni... ma stanno lavorando per il futuro.
Poi ci sono gli scissionisti della vecchia rifondazione, uniti con gli scissionisti dei vecchi DS, aggregati con tutto il partito dei Verdi in Italia (4 persone... tutti alti dirigenti) e la lista unitaria dei socialisti riuniti dopo le diaspore post tangentopoli... tutti insieme pronti a dar vita definitiva al progetto di Sinistra e Libertà.
Vendola continua anche a spingere per l'assemblea costituente... però!
Però, c'è il problema dei verdi separazionisti che vorrebbero comunque presentare un loro bel simbolo, sognando il successo degli altri partiti ecologisti eruopei.
Però, c'è il problema dei socialisti riuniti post diaspora, che si stanno preparando per rientrare nel PD di stampo bersaniano... poi alle brutte, possono sempre presentarsi da soli: sono sicuri di superare il Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando e se la giocano con la Sinistra Critica di Turigliatto.
Comunque alla fine SeL si farà... magari cercando di trattenere qualche verde con un astuto cambio di nome in Sinistra Ecologista Libertà. Ancora non è noto, se separati da virgola, trattino, smile o arcobaleno: sono state presentate 6 mozioni al riguardo.

Insomma, i militanti, gli elettori, i cittadini che vogliono opporsi alla degenerazione della società italiana, avranno l'imbarazzo della scelta.
Allora, che si fa?
Alla fine dei fatti, l'unico problema di un ipotetico centrosinistra italiano è la mancanza di una figura di leader come Berlusconi... ossia di qualcuno che sia in grado di organizzare in maniera decente il proprio campo politico: raccogliere informazioni con cui ricattare i suoi alleati in caso di problemi, controllare direttamente i media per manipolare le notizie e confondere i fatti, arruolare estremisti e capi popolo pronti a sbraitare violentemente (anche picchiare) pur di silenziare le critiche e le voci opposte.

Poi possiamo star qui a sollazzarci con disquisizioni di metodo o di linea, sul moderatismo o sull'estremismo di questo o quel personaggio, ma fin tanto che non si rompe il monopolio violento della destra e del suo padrone, staremo solo lottando per la difesa di una rappresentavità e di una libertà d'espressione meramente procedurale, che serve solo a giustificare una formalità democratica ormai ampiamente degradata.

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