giovedì 6 novembre 2008

L'unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura

Obama ha vinto. Il mondo non è cambiato. Quella che è cambiata è la… possibilità di cambiarlo. L’onda del riflusso ideologico partita negli anni ‘80, forte delle teorie neoliberiste dominanti, è finalmente arrivata al capolinea. Forse.
Anche se la fine dell’era Bush, dovesse coincidere con l’abiura delle dottrine preventive, dell’unilateralismo, delle manipolazioni ideologiche a proprio interesse, molto di quell’armamentario dottrinale si è installato nella (in)cultura odierna e continua a muovere il pensiero occidentale. Muovere è un termine che confonde… direi sedare il pensiero.
I seguaci della propaganda della paura continueranno a imperversare, soprattutto qui in Italia dove sono al governo. Ieri Gasparri, ci ha illuminato con la sua attenta analisi politica sulle conseguenze della vittoria di Obama (Al-Qaeda sta festeggiando). Oggi la stampa di regime, e il Corsera (il fiancheggiatore ufficiale) cercano disperatamente d’insinuare che il nuovo presidente avrebbe fatto quello ha fatto Bush, dopo l’11 settembre: combattere con fermezza il terrorismo.
Quindi… in questi anni… noi abbiamo visto una dura e ferma lotta al terrorismo. La guerra in Afghanistan, persino quella in Iraq, erano guerre ad Al-Qaeda.
Le limitazioni alla libertà personale, la dittatura del “reggente”, il controllo sempre più stretto delle forme di dissenso… erano tutte in funzione della guerra ad Al-Qaeda.
Allora non basta mandar via Bush, ma bisogna eliminare le loro bugie, che ora avranno più difficoltà ad alimentare.
Inutile girarci intorno: l’occidente non è mai stato così sicuro come oggi. I dati parlano chiaro: il numero di attentati terroristici in Europa, è infinitamente inferiore agli anni ’70 e ’80. Stesso dicasi per le attività criminali in genere, nonostante l’emergenza segnalata dai media prima di ogni elezione.
La politica del terrore, serve in primo luogo a costruire consenso ed alimentare flussi d’economia illegale. Anche e soprattutto nei paesi arabi: il terrorismo fa paura più nei paesi dove nasce. E fa decisamente molti morti in più.
Mentre continuano a mostrare i terroristi come rozzi contadini fondamentalisti, sorvolano tranquillamente sulle capacità d’analisi economica di Bin Laden e delle strutture collegate. Non fanno riferimento alle mirate azioni di compra vendita fatte dalle finanziarie legate ad Al-Qaeda prima e dopo l’11 settembre.
Mentre la lotta al terrorismo, si trasformava in due guerre a paesi medio orientali, non è stato fatto nulla per colpire i capitali e le strutture attraverso cui si finanziano attività illecite. Soldati e bombe si, lotta alle zone di fiscalizzazione leggera e prive di controlli no.
Ora bisognerà smontare la retorica dietro a cui hanno continuato a speculare in questi anni, e che è stato il maggior sostegno all’economia del terrorismo. Ora basta con l'ipocrisia del "con noi o contro di noi".

Spot campagna elettorale di Lyndon Johnson nel 64

1 commento:

Aser.due ha detto...

Alle tue osservazioni, che condivido quasi completamente, forse manca il riferimento al codazzo di fascismi e razzismi che sotto banco e senza clamore stanno radicandosi ancora di più in Italia di quanto la nostra scarsa propensione all'integrazione abbia saputo fare fino all'avvento del III Berlusconi.

Se prendiamo impronte, schede, tasse, tessere a punti ai clandestini, Rom, senza tetto poi la gente si sente autorizzata alle peggiori nefandezze e alla giustizia sommaria e violenta.

Speriamo chje anche questo, soprattutto grazie al Grande Nero, trovi un argine, prima ancora che il nostro isolamento (europeo eccetto Austria per il momento) non sia più solo negli atteggiamenti, ma anche nei fatti.

Io non ci sto a passare per razzista perchè sono governato da una massa di razzisti (direi anche schiavisti) che trovano man forte nella stupidità di chi sa chiudere un pungo e non tendere una mano.